Testimonianze covid: Mestre Sacro Cuore

Pace e bene Come Ministro,

desideravo condividere con voi, sorelle e fratelli del Consiglio Regionale, come ha vissuto la nostra fraternità questo periodo di distacco forzato a causa del Coronavirus. Inutile dire che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di poter vivere un tempo simile, forse lo potevamo immaginare solo nelle nostre paure più remote, ma la storia ha voluto che non restasse solo un pensiero nascosto, ma che diventasse una realtà concreta, che fa ancora paura e che crea ancora disorientamento.

Come fraternità abbiamo naturalmente sin da subito rispettato tutte le indicazioni che venivano emanate dal Governo, non senza tristezza
e rammarico per il distacco personale, ma consapevoli che la strada che ci veniva proposta era da percorrere pregando, sperando e obbedendo. Il Consiglio si è mosso sin da subito per tenere i contatti con le sorelle ed i fratelli, telefonando più spesso a
chi affrontava la quarantena da solo, sentendoci con i più anziani, inviando mail in occasione dell’inizio della Quaresima, della Settimana Santa, della Pasqua e non ultima per la festa di S. Antonio. Abbiamo inoltrato alla fraternità tutti i messaggi, le mail e le iniziative provenienti dal Consiglio Regionale sentendo la sua vicinanza e la sua condivisione di quanto stava succedendo. E’ stato importante questo segno di fraternità. Come francescani la fantasia non ci è mancata e così grazie alla tecnologia (penso che ormai Zoom sia conosciuto da tutti) siamo riusciti a vederci per salutarci e anche per pregare insieme, durante i tempi forti e anche con la preghiera della compieta. Non tutti riuscivano a collegarsi, ma tutti erano in condivisione di cuore e di
preghiera. Purtroppo in questo tempo abbiamo dovuto salutare la nostra sorella Lucia, che è tornata alla casa del Padre. Il dolore per non poterla accompagnare con un ultimo saluto è stato grande, ma pregare insieme come vi dicevo, anche coinvolgendo tante persone extra fraternità che la conoscevano e le volevano bene, è stato un momento importante non solo di preghiera, ma di fraternità e comunione allargata. Il tempo che abbiamo vissuto è stato sì carico di paura, di dolore, di smarrimento, ma da più voci della fraternità è emerso che si è dimostrato anche un tempo di grazia e
questo in maniera inaspettata. Il fatto di non poter partecipare all’Eucarestia ha fatto nascere in tanti di noi la consapevolezza che prima l’abitudine stava addormentando i nostri sentimenti e la nostra fede. Ci siamo accorti nell’assenza che importanza invece ha per noi questo sacramento al quale non potevamo accostarci e questo ci ha mossi a commozione. Ci siamo accorti anche che ci sono mancati tanto i rapporti nelle varie comunità parrocchiali e che tante discordie che si creano, sono assurde. Non possiamo dimenticare l’importanza che ha avuto in questo tempo Papa Francesco, con il suo
esempio, la sua fede, la sua forza. Ricordiamo le sue parole durante la preghiera in Piazza San Pietro del 27 marzo scorso, quando disse : ”Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» (v. 38), così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.[…] Ci chiedi di non
avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: «Voi non abbiate paura» (Mt 28,5).

E noi, insieme a Pietro, “gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi”.
La distanza certo ha “raffreddato” in un certo senso i rapporti tra di noi, sia per quanto riguarda il fatto che non vedersi appesantisce il cuore e aumenta il nostro bisogno degli affetti più cari, sia perché laddove ci sia bisogno di chiarimenti, tutto è più distaccato se non ci si riesce a vedere, ma abbiamo cercato di parlarci sempre ogni qualvolta siano sorti dei dubbi o delle incomprensioni. Per concludere e fare un bilancio di questo periodo, vi posso dire che se riusciremo a trovare in esso sempre l’immenso amore di Dio che ci accompagna in ogni ora della nostra vita, riusciremo anche a capire che può essere stata per ognuno di noi un’occasione personale e anche di fraternità per fermarci e capire dove stavamo andando e ora dove vogliamo andare.
Restano ancora paura, tristezza, dolore, ma se le sapremo avvolgere nella speranza viva che il Signore ci ha portato con la sua resurrezione, le porteremo con noi nella barca e anche se in mezzo alla tempesta, sapremo, come sapevano Francesco e Chiara d’Assisi, che il Signore non ci abbandona mai e che con tutto il suo amore ci dice in ogni istante :”Non abbiate paura”.

Il Signore vi doni la sua pace
 Per il Consiglio della fraternità di Mestre, Sacro Cuore
Alberto
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